Nel caldo del deserto scorgiamo un piccolo villaggio popolato da strani bifolchi, in cui l’unico edificio degno di nota porta la scritta “Saloon”. La nostra carovana ci ha portato qui, forse riusciremo a dare un po’ d’acqua ai cavalli assetati. Ma non resteremo qui più di quanto sarà necessario.
Davvero? No, perché le facce della gente sono davvero strane, un po’ gialle e un po’ verdognole. Parlano una lingua incomprensibile; di dialetti ne abbiamo sentiti molti durante questo viaggio, ma uno fatto solo di vocali e gorgoglii, mai. Ma soprattutto, c’è uno strano odore, a metà tra la carne andata a male e quel liquore al cactus che ci avevano spacciato per qualcosa di divino qualche villaggio fa e che ci aveva costretto a troppe soste per calmare le nostre viscere.
Sarà forse che… Ecco, ci risiamo: non ci bastava crivellare non morti tra i grattacieli di New York, arrostirli a palle di fuoco tra le torri di un castello o friggerli a laser in una nave spaziale abbandonata, no, ora ce li troviamo pure in drogheria, nei carri bestiame, nell’ufficio dello sceriffo e pure nel bordello di Mrs. Macallan. Ma non ne avevamo avuto abbastanza?
Assolutamente no, perché Zombicide non ci basta mai! Se la prima e seconda edizione Urban ci avevano insegnato che neanche un impiegato dell’anagrafe è abbastanza non morto, se Black Plague ci ha mostrato come Gandalf si diverta come un pupo a far saltare teste, se Invader ci ha insegnato che Alien è bello, sì, ma con gli zombie è meglio, Zombicide: Undead or Alive ci porta nel nuovo mondo, ci mette candelotti e colt in mano e ci fa capire che per deambulanti, corridori e abomini il west non è mai troppo far.
Tra cliché e genialate, tra suore, cowboy, Spaghetti Western ed esplosioni, il divertimento con questo gioco che ormai non conosce limiti né confini è assicurato. Quei geniacci della CMON non avrebbero potuto mirare meglio alle nostre passioni ludiche, e anche questa edizione è stata un enorme successo, in campagna Kickstarter e anche in retail.
Quello che però manca sempre e comunque è una buona organizzazione: il centinaio di miniature del solo gioco base fa davvero fatica a stare nella scatola, per non parlare delle carte, dei token e delle tessere mappa.
Noi di The Dicetroyers non sopportiamo due cose: gli abomini e il disordine. Abbiamo organizzato tutto, o quasi, di Zombicide. E con il nostro organizer per Zombicide: Undead or Alive abbiamo preso due piccioni con una fava, o meglio, due zombi in un colpo solo. Ogni miniatura sarà al suo posto, ogni carta sarà pronta alla bisogna in un attimo, ogni token sarà confinato nel suo slot.
Il risultato? Un Far West mai così ordinato, per assalti alla carovana da veri intenditori. Provare per credere!
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