Anche quest’anno Lucca Comics & Games ha dimostrato che il vero cuore pulsante del festival batte al Padiglione Carducci, dove tra dadi, carte e tavoli gremiti di giocatori si celebra la festa del gioco da tavolo. Mentre fuori le strade di Lucca si riempiono di cosplayer e fumettisti, dentro il padiglione si respira l’odore del cartone nuovo e della strategia, tra appassionati che ripetono la frase più comune della fiera: “solo un’altra partita e poi vado”.

Il 2025 porta con sé una valanga di novità e, come sempre, l’attesissimo premio “Gioco da Tavolo dell’Anno”, ormai considerato l’Oscar del settore. I cinque finalisti di quest’anno sono “Botanicus”, un titolo zen per chi sogna un giardino perfetto anche senza pollice verde; “Cities”, dove costruire la città ideale è più facile che ottenere un permesso edilizio nella realtà; “Terrorscape”, un horror competitivo in cui la fuga è un’arte; “Mesos”, che trasforma la mitologia in una scacchiera divina; e “Il Fiume d’Oro”, un’avventura fluviale dove si rischia di affogare nei dadi prima che nelle rapide. Cinque giochi diversissimi, accomunati da una cosa sola: la capacità di far litigare anche i migliori amici, segno che la passione è viva e vegeta.

Tra gli stand, le nuove uscite si contendono l’attenzione dei visitatori come caramelle a carnevale. Asmodee celebra trent’anni di successi con una carta speciale di Dixit firmata da Marie Cardouat, oggetto di culto per i collezionisti. Cranio Creations punta invece sul cervello (e sul tempo) con “Echoes of Time”, gestionale dai toni sci-fi, e “Ants”, in cui le formiche risultano più organizzate di molte riunioni di lavoro. Ghenos Games e DV Games presentano un arsenale di novità, tra cui “Pozioni Esplosive Collector’s Edition”, “Magic Maze Pocket” e “Strapp Art”, mentre Pendragon Game Studio cavalca l’onda fantasy con la ristampa di “The Witcher: Il Vecchio Mondo” e la nuova espansione “Caccia Selvaggia”.

Girando tra gli stand, la sensazione è sempre la stessa: il gioco da tavolo non è solo un passatempo, ma una forma d’arte che unisce generazioni e accorcia le distanze tra perfetti sconosciuti. Ci si siede, si tirano dadi, si bluffa, si ride, ci si accusa di barare e alla fine ci si stringe la mano. Lucca rimane questo: un grande tavolo condiviso dove la fantasia vince sempre, anche quando si perde.

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