Fantascienza, universi distopici, tuffi in realtà lontane o lontanissime dal nostro vivere quotidiano. Negli ultimi anni, sta prendendo sempre più piede la passione per quella che alcuni definiscono “cultura pop”, altri definiscono “roba da nerd”, altri ancora “cose da cervelloni”. Al giorno d’oggi calarsi in ruoli lontani o lontanissimi dalla nostra vita di tutti i giorni sta diventando sempre più attrattivo, appassionante e “mainstream”.

Chi vi scrive conosce già da molto tempo (da quando questi mondi erano una nicchia, peraltro vagamente malvista) i mostri sacri del mondo Geek, e naturalmente non poteva esimersi dal parlare di DUNE.

Questo romanzo del 1965 di Frank Herbert rientra nella “primavera fantasy” che, in quegli anni, ha consacrato mostri sacri come Isaac Asimov. Si contano innumerevoli opere, spin-off, videogame, film e adattamenti di quest’opera che ha rappresentato, insieme a romanzi del calibro del Signore degli Anelli, Il Mondo Nuovo, La Trilogia della Fondazione, uno dei cardini fondamentali della cultura “nerd” moderna.

Dune: Imperium, gioco da tavolo del 2020 che anticipa l’uscita del film Dune, è uno degli infiniti tributi ad Arrakis, al Barone Harkonnen e a tutto il mondo che gira intorno alla preziosissima Spezia. Si tratta di un gioco che unisce meccaniche di piazzamento lavoratori al deck building, ottimizzazione risorse e creazione di un esercito.

Che, detta così, pare l’ennesima scusa per alzare un gioco da tavolo un po’ “così” dipingendolo con i colori di qualche colosso culturale.

Come per molti altri giochi basati su temi così caldi, ci siamo avvicinati con la dovuta cautela. E siamo rimasti davvero sorpresi.

Seppur non avendo niente di nuovo, le varie meccaniche di questo gioco si amalgamano perfettamente tra di loro, senza creare l’effetto “maionese impazzita” di altri giochi che mischiano diverse meccaniche. Questo gioco è snello, divertente, appassionante e il tema di Dune, seppur non troppo, si sente (soprattutto quando si tratta di combattere a fine turno, con le carte “intrigo” che aggiungono il giusto pepe alla sfida!). Gli autori hanno fatto un ottimo lavoro, a parer nostro, nel calzare azioni e caratteristiche alle varie fazioni: di certo puntare sulle Bene Gesserit non permette di focalizzarsi sulla guerra, ad esempio. Ed è qui che si sente il tema.

Come in molti giochi “di stampo Euro”, anche in Dune si sente forte la necessità di giocare il prima possibile, e si vede ancor meglio, quando si apre la scatola, che soddisfare questa necessità è veramente arduo…

Le carte la fanno da padrona, con diversi mazzi da suddividere qua e là. Certamente non aiuta il fatto che, per necessità di gioco, il dorso della maggior parte di esse sia identico, e la divisione a inizio partita non è mai facile, a meno di armarsi di infinite buste e bustine per dividere tutto (il che, già di per sé, fa perdere un sacco di tempo). Per non parlare dei vari set giocatore e delle risorse. Sebbene non sia annoverabile tra i “mostri indomabili” del disordine, un gioco come Dune che, per sua natura, è un peso medio nel gameplay, non lo è nel setup.

E quindi abbiamo sentito la necessità, non foss’altro come tributo a questo mostro sacro, di organizzare per bene anche Dune: Imperium. Un portacarte con divisori dedicati snellisce la divisione dei mazzi iniziali e di gameplay, e i due portamazzi posizionabili direttamente in plancia per i mazzi Intrigo e Conflitto vi saranno d’aiuto nella discesa su Arrakis. Il vassoio di setup contiene le schede personaggio e i vari token diplomazia, primo giocatore, Mentat e altro. I 4 tray per i giocatori hanno slot separati per ogni tipologia di pezzo e i vari portarisorse, con presa facilitata, vi permetteranno di non spargere ovunque preziosissima Spezia, Solari e acqua.

La spezia deve scorrere, e il gioco deve iniziare. Che il deserto di Arrakis non vi riservi troppe sorprese!

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