Ho deciso: creerò un gioco da tavolo. Questo è il dire. Poi c’è il fare. E in mezzo, il mare. In tempesta, tra le immense onde del mercato, degli editori, delle pubblicazioni, dei competitor, dei generi… Era da poco iniziato il nuovo millennio, e in tanti si scervellavano per trovare il modo di creare un sottomarino nucleare che, sotto la superficie di questo oceano in tempesta, potesse trasportare tanti entusiasti game designer sulla riva di un gioco da tavolo fatto e finito.

Kickstarter, e in generale il crowdfunding, è stata per anni l’ancora di salvezza per tantissimi designer indipendenti e in generale per chi ha voluto mettersi in gioco (da tavolo!).

Questa piattaforma è stata la culla di quelli che oggi sono dei giganti del gioco da tavolo: nomi come Awaken Realms, o CMON, sono nati proprio grazie al crowdfunding.

Innumerevoli titoli che a oggi sono in vetta alle classifiche sono nati grazie ad azzeccatissime campagne, ad esempio giochi da noi organizzati come Nemesis, Gloomhaven, Tang Garden, la trilogia del Regno Occidentale (Architetti, Paladini, Visconti), il celeberrimo Root, giusto per fare qualche nome.

A qualche anno di distanza dal “far west” che, nel bene o nel male, ha ospitato campagne fortunate e meno, Kickstarter è ormai diventato un modus operandi commerciale molto fiorente: nato come incubatore di progetti, al giorno d’oggi è un modello di business consolidato che ospita al suo interno delle campagne milionarie di editori che non si può ormai più dire siano alle prime armi (basti pensare a Frosthaven, che ha fruttato a Cephalofair più di 13 milioni di Euro, la campagna più pledgiata di sempre).

Ci sono detrattori e sostenitori di questo “crowdfunding 2.0”: a differenza di quanto accadeva in passato, oggi per avere visibilità su una campagna bisogna investire non poco in marketing e ads; ne consegue naturalmente che non si può più pensare al crowdfunding su questa piattaforma come a una “rampa di lancio” per designer emergenti (e il più delle volte squattrinati). D’altra parte, sebbene non più incubatrice, questa piattaforma è diventata ormai il punto di riferimento per gli “hard gamers” dei giochi da tavolo: i titoli più quotati sono ormai quasi tutti su questa piattaforma, e pledgiare al momento giusto il gioco giusto può dare come risultato l’acquisto di copie uniche, per collezionisti, giocatori incalliti e, perché no, speculatori seriali: alcune copie “all in” di titoli che hanno avuto grande successo, hanno un valore di mercato raddoppiato o triplicato rispetto all’acquisto.

Certo, bisogna avere pazienza, perché dalla fine della campagna alla consegna fisica del gioco pledgiato, spesso, passa ben più di un anno: d’altra parte, a chi si avvicina a questo mondo deve essere ben chiara una cosa: anche su campagne milionarie, si sta sostenendo un progetto ai primi passi, non certo un prodotto pronto per il commercio in tempi brevi.

Il mondo del crowdfunding è croce e delizia, insomma, degli appassionati dei giochi da tavolo, ma è innegabile che talenti editoriali e perle rare sono nati qui (altri giochi da noi organizzati, per esempio, sono This War of Mine, Clans of Caledonia, e naturalmente… Zombicide!) e chi può dire se, in un mondo senza Kickstarter, li avremmo avuti in tutto il loro splendore sui nostri tavoli… 

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